sabato 1 febbraio 2014

Dalla parte di Laura Boldrini




Laura Boldrini a Nisida, 14 maggio 2013


I

E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.

Dovessi trovarmi nell’ (assurda) condizione di poter salvare solo qualche verso di tutta la poesia italiana, non salverei quelli più belli in assoluto (L’infinito di Leopardi), ma la chiusa Dei Sepolcri.

In quelle quattro righe di Foscolo c’è la più alta definizione dell’eroe che io conosca: l’eroe non come superuomo o vincente, ma piuttosto come colui che, pur sapendosi perdente fino alla morte, lotta per ciò che è giusto e vero, facendosi con questo roccia su cui può poggiare la sua comunità.


II

Nel corridoio davanti alla stanza dei prof, a Nisida, c’è una serie di immagini di eroi italiani: i volti di Falcone, Borsellino, Chinnici, Cassarà, Impastato… Una democrazia non dovrebbe avere troppi Ettore da piangere, il bene dovrebbe prevalere sul male senza necessità di martiri.

Perciò, questi volti sono in qualche modo un urlo che aspetta ancora risposta. Eppure trovo confortante, ogni mattina, ritrovare quelle facce (benché disegnate così così). Persone che al proprio dovere hanno creduto fino in fondo. Mi fanno compagnia, indicano la strada. 

Alla fine di questa serie di immagini c’è un cartellone su cui i visitatori importanti possono mettere la loro firma per la legalità contro ogni mafia. Tra le firme c'è anche quella della Presidente della Camera.


III





Che siamo lontani dal paese che dovremmo essere da tempo diventati, lo mostrano anche gli attuali insulti a Laura Boldrini. Insulti che non hanno niente da spartire con la normale dialettica democratica, in cui la critica è sempre un diritto e talvolta un dovere. Sono volgarità inqualificabili. Oscenità sessiste. Ricordano troppo bene squadrismi che si vorrebbero superati per sempre. E metodi che vanno sconfitti.


Il 3 febbraio su Zoomsud è stato pubblicato questo mio intervento:






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