sabato 10 dicembre 2011

‘Un poviru e ‘u iutatu

‘Mari Mariuzza, dopo anni e anni di lavoro senza respiro, da vecchia, passava ormai la giornata dicendo rosari su rosari, litanie e giaculatorie, e ripetendo: “Signuri, ‘iuta ‘u ‘iutatu cchu poviru è ‘mparatu”, ovvero: “Signore aiuta il ricco (che è già abbondantemente “aiutato”) perché il povero ha già imparato a cavarsela, ad affrontare la vita col poco o anche col niente”.
In fondo in fondo anche il detto “puru ‘a riggina avi ‘bisognu ‘ra vicina”, invita sì ad atteggiamenti moderati per i più abbienti, indicando che, anche in condizioni di ricchezza economica e di preminenza sociale, si può aver bisogno di chi non è, né economicamente né socialmente “pari”. Ma, appunto, è la “regina” che viene aiutata dalla “vicina”, non il contrario.
Saggezza popolare, che i tempi di crisi squadernano ampiamente.
N. B.: Non ho alcuna intenzione critica nei confronti del governo Monti, che, anzi, ritengo assolutamente doveroso sostenere nello sforzo di non far cadere il paese nel baratro, anzi di fargli ritrovare una strada di futuro possibile.

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