venerdì 2 aprile 2021

Venerdì Santo, il giorno di tutti

 


Questo è il giorno di tutti. Perché, se anche qualcuno riuscisse, nella sua vita, a sfuggire al dolore, nessuno sfugge alla morte.

Ricordo un episodio anni settanta, quando, nel post sessantotto, la vita pareva avviarsi verso facili e felici “magnifiche sorti e progressive”. Un gruppo di amici ridevano prendendo in giro l’espressione di una preghiera alla Madonna: “in questa valle di lacrime”. Senza nessuna concessione al dolorismo di certa tradizione cattolica, ormai fortunatamente molto desueta, non è forse vero che le lacrime – magari asciutte – accompagnano i nostri giorni?

Per questo – anche se avverto tutto il fascino dell’affermazione “la bellezza salverà il mondo” – sono più propensa a credere che, a salvarci, sia la com-passione: la capacità di un reciproco sostenersi nella fatica del dolore.

Che oggi, in forme diverse, attanaglia tutti in contemporanea: per il prolungarsi di una pandemia che ha sfibrato le nostre capacità di resistenza, la forza del desiderio di futuro, nonostante tutto.

Che, nella vita di ciascuno, ci siano tanti Venerdì Santo e lunghi Venerdì Santo siano tante fasi della Storia, non credo ci sia dubbio.

A cambiare il corso della vita, personale e collettiva, è la capacità di uno sguardo che vada oltre la sofferenza, il dolore e la morte: che dia piedi e ali a quell’anelito di vita che attraversa cielo, terra e mare e, nel nostro cuore, è il centro del centro.

 

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