domenica 24 febbraio 2019

Il menù del Natale 1944 e la Storia espulsa dalla scuola









Brekfast:Orange jiuce. Porridge oats and milk. Fried egg, grilled bacon ando tomatoes. Toast, butter, marmalade, tea.
Lunch: Timbalo of macaroni. Roast loins af pork. Apple sauce. Green salade. Hot mince pies. Fruits and nuts.
Afternoon tea: Tea and biscuits.
Dinner: Hors d’oeuveres. Cream tomato soup. Roast turkey. Boiled streaky pork. Sausage stuffing. Cauliflower au gratin. Rissolè potatoes. Christmas pudding. Brandy sauce. Chocolate log and coffee.

Questo è il Christmas Menu 1944 per la Royal Air Force all’hotel Cocumella di Sorrento, scritto con sobria eleganza su un cartoncino dal colore sbiadito.

L’ha ritrovato tra vecchie carte di famiglia una mia collega e, per me, è un’emozione forte leggerlo.
Mi emozionano i documenti del passato, quelli che ci consentono di ricostruire anche aspetti piccoli, secondari della nostra storia. Penso che conoscere la storia possa rendere cittadini migliori e persone con un più alto tasso di umanità.

La scuola italiana, invece, sta trasformando sempre più la storia in una disciplina di serie inferiore, che, mi sembra, non è più materia degli Esami di Stato.

In un articolo di ieri su Repubblica, Simonetta Fiore ha fatto notare che, nella nostra Università, mentre i docenti di Economia sono quasi 5000 e quelli di Ingegneria 5500, quelli di Storia sono solo 700 (di cui 156 medievisti) e che, nei prossimi vent’anni, saranno estinti.

Va bene, benissimo, che si studino discipline scientifiche, ma trascurare la storia è una catastrofe culturale.

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