Nel maggio del 2011,
Luigi Pingitore completò quello che, a mio parere, resta tuttora il più bel
documentario su Nisida: un intreccio di natura, storia, mito, attraverso brani
di quei Racconti per Nisida che già
pochi mesi prima avevano visto un seguito nei Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia.
Il video è impreziosito
dalla voce di Alessio Boni che recita quanto su Nisida hanno scritto Omero e
Dumas. Un regalo che l’attore aveva voluto farci dopo una visita all’Istituto
tra le più belle che io ricordi.
Dalla conversazione,
prima in giro per l’isola, poi a pranzo, infine in un lungo dibattito con i
ragazzi, Boni, raccontando (in maniera schiva) com’era diventato un attore,
fece emergere un’umanità profonda, corroborata, insieme, da umiltà e
determinazione, capacità di sacrificio e forza di volontà: una sorta di
semplice dedizione all’intima esigenza di maturità professionale e personale.
È anche per questo
ricordo, e per stima nei confronti di Ivan Cotroneo, che ho cominciato a vedere La
compagnia del cigno, di cui Boni è protagonista.
Per alcuni aspetti, la fiction è apparsa
una piccola summa del politically correct.
C’è il ragazzo terremotato (bellissima scelta, quella di raccontare indirettamente il dramma di Amatrice), la ragazza ipovedente, il ragazzo col sarcoma, i
genitori orfani di una bambina, la coppia scoppiata, il ragazzino in
affidamento con la madre tossicodipendente, lo zio omosessuale, i bambini più
adulti dei loro genitori ecc. Ci sono anche un accenno di astio sociale tra la famiglia
ricca e il padre che conta solo sul suo lavoro e un certo soffermarsi sul
diritto all’aborto motivato con “la paura della felicità”. Manca quasi solo il
ragazzo, magari musulmano, arrivato al conservatorio dopo essere approdato con
un gommone sulle nostre coste per avere un campionario abbastanza completo del
presente: in un ambiente, comunque, culturalmente privilegiato e dove anche i
rapporti più sfilacciati si muovono nell’ambito della “civiltà.”
Con le sue storie di adulti e ragazzi, La compagnia del cigno è stata, per settimane, una (molto)
gradevole compagnia.
Mi mancherà lo sprucido e autentico maestro Marioni di Alessio Boni che, insegnando a suonare in un’orchestra, insegna ad affrontare la vita. (Ho fatto un gran tifo per lui, soprattutto quando Irene voleva abortire).
Mi mancherà lo sprucido e autentico maestro Marioni di Alessio Boni che, insegnando a suonare in un’orchestra, insegna ad affrontare la vita. (Ho fatto un gran tifo per lui, soprattutto quando Irene voleva abortire).
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