mercoledì 9 gennaio 2019

Viva Antigone







«Creonte: Scegliesti?
Antigone: Ho scelto.
Creonte: Emon?
Antigone: Morte.
Creonte: L’avrai.»

Insieme ad alcune immagini dei Sonetti, quest’endecasillabo scandito in cinque battute è tutto ciò che ricordo della poesia di Vittorio Alfieri. Non l’ho mai dimenticato, me lo ripeto spesso: mi sembra una sintesi bella delle scelte di coscienza.

Quelle stesse che Sofocle aveva così delineato: «A proclamarmi questo non fu Zeus, né la compagna degl'Inferi, Dice, fissò mai leggi simili fra gli uomini. Né davo tanta forza ai tuoi decreti, che un mortale potesse trasgredire leggi non scritte, e innate, degli dèi. Non sono d’oggi, non di ieri, vivono sempre, nessuno sa quando comparvero né di dove.» (Sofocle, Antigone, vv. 450-457)

Ieri sera, in tv, Massimo Cacciari ha urlato contro l’adeguarsi alla “legge di Creonte”: una vergogna che rischia di mangiarsi l’anima dell’Europa.

Nel cui nucleo c’è, appunto, anche Antigone: che tra la legge e la giustizia fece la scelta più umana.

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