La
vita è un’ombra che passa. Anche la morte è un’ombra che passa. Solo il dolore
non passa. Dura. Per sempre. Amos Oz, Giuda, Feltrinelli
«Carina, gentile, cordiale e forse anche
ben disposta, gli parve quella donna. Decise di rivolgersi a lei, di chiederle,
per favore, se poteva consigliargli dove andare, cosa fare… (…) Posò per terra
lo zaino. Lo lasciò sull’asfalto impolverato. Vi depose sopra con cautela il
suo cappotto, il bastone e il berretto. E domandò a se stesso.»
Una conclusione formidabile (le chiuse ricordevoli
sono molte di meno degli incipit memorabili) suggella un romanzo di grandissimo
spessore, Giuda di Amos Oz: capace di
mettere insieme, nell’incontro tra pochi, incisivi personaggi, insieme due
tematiche tutt’altro che semplici, l’interpretazione di Giuda come “vero
cristiano” e la nascita dello ebraico.
Rimando, per chi ne voglia sapere di più, alla
recensione di Marco Caneschi https://www.criticaletteraria.org/2015/01/Giuda-amos-oz-feltrinelli.html
e all’intervista di Wlodek Goldkorn all’autore in occasione della pubblicazione
del libro : http://www.repubblica.it/cultura/2014/10/20/news/amos_oz_chi_tradisce_capace_di_cambiare_il_mondo-98545224/
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