Leggiamo il racconto di Liliana Segre
sulla sua espulsione da scuola a causa delle leggi razziali. La nostra lunga
settimana della memoria – iniziata con la visione di alcuni documentari e
conclusa con il diario di Anna Frank – si allarga ad una discussione sulle
religioni.
Ci sono, in classe, alcuni ragazzi
musulmani, qualcuno dei quali conosce gli ebrei perché, fin da piccolo, ha
sentito delle guerre tra il suo paese, l’Egitto e Israele.
Proviamo a ricostruire i principi
fondamentali delle tre religioni del Libro e s’infittiscono i commenti su come
i comportamenti di quanti si dichiarano fedeli dell' uno o dell’altro credo ne siano
spesso ben poco rispondenti (in particolare, si riconoscono tutti serenamente
peccatori nel campo della morale sessuale prematrimoniale).
Un ragazzo, italiano – “Sono battezzato,
ho fatto la comunione e anche l’altra cosa, come si chiama? La cresima? Si la
cresima” – resta a lungo silenzioso, poi sbotta: “Io ci credo e non ci credo… perché:
se c’è Dio prima di lui chi c’era? Chi l’ha fatto nascere? Chi gli ha dato da
mangiare?”
Continua a fare (farsi) domande, come se
non potesse più trattenerle, poi fa un gesto per dire (dirsi) basta: “La testa
mi s’ingrippa quando ci penso.”
Anche a molti teologi e filosofi, in
realtà.
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