Mi è capitato, all’inizio dell’estate, di
esprimere su questo blog e su Zoomsud
alcune osservazioni critiche su alcune, ormai molto consuete, modalità di
presentazioni di libri.
Forse perché, come si dice in dialetto reggino, ‘u gabbu arriva e ‘a minditta no (le
maledizioni non arrivano mai a destinazione, mentre il farsi gabbu degli altri ricade su chi la prova
questa sorta di meraviglia a naso
arricciato), mi è poi capitato di presentare (insieme ad altri) due libri
di autori calabresi.
Sono state entrambe, per me, esperienze gradevoli
e per le quali ringrazio chi ha avuto la cortesia di invitarmi.
Esperienze che non hanno modificato le mie
perplessità sul rapporto attuali modalità di presentazioni libri/crescita
della lettura. Ma che hanno arricchito le mie riflessioni sull’importanza
per la Calabria di narratori che, sbrogliando gli aggomitolati intrighi delle
abitudini, delle ambiguità, dei cliché, la rivelino a se stessa per quello che
attualmente è: nuda.
Le foto si riferiscono alla presentazione, a Lazzaro, di Storie Rriggitane di Pasqualino Placanica, edito da Disoblio
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