domenica 10 agosto 2014

Domenica d'agosto






Il Vangelo di oggi parla del mare agitato dal vento contrario, in cui Pietro (come gli altri discepoli) teme di affondare e chiede al Signore: “Salvami”.

Il mare vero può fare paura. Molti calabresi ce l’hanno ancora nel sangue una certa diffidenza del mare (da cui sono venuti invasori e maremoti) e, pur apprezzando Jonio e Tirreno, restano, in fondo, terranei.

E ancora peggio, per ciascuno, può essere il mare simbolico, le acque selvagge del dolore e della morte che tagliano il cuore e sospendono la mente in un silenzio assordante.

Per salvarsi bisogna accettare l’aiuto d’un braccio amico. E lasciarsi scavare dal silenzio profondo. Quello che, nella lacerazione dell’assurdo, consente di ascoltare la voce amata e, magari, col tempo, fa anche vagamente cogliere che i brutti fili aggrovigliati del rovescio disegnano una trama di senso sul dritto.


L’alba, stamattina, è d’acquarello. La conca di Occhio è un respiro fresco, con le montagne rosa sul mare lievemente azzurro e l’Etna quasi nascosta da un impalpabile velo perlaceo.




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