Ci sono parole il cui uso non mi piace.
Sereno, per esempio. Nessun riferimento
politico, per carità. Che so, arrestano uno per triplice omicidio e lui si
dichiara innocente e sereno: Capitasse a me (innocente) sarei
un’esplosione di angoscia e rabbia, altro che serena.
Oppure orgoglio. Appiccicato, per esempio,
all’essere gay o etero, bianco o nero, uomo o donna. E non essere
legato, come più sensatamente mi pare dovrebbe, a un (difficile) obiettivo
raggiunto. Per esempio: “orgoglioso d’aver superato l’esame di fisica
nucleare…”, “orgoglioso d’aver rimesso a nuovo il vecchio mobile della
cucina…”, “orgoglioso d’aver trasformato il balcone di casa in un erbario di
basilico, menta e salvia…”.
Perciò non dirò che sono orgogliosa. Anche
se.
Qualche giorno fa, un’autrice reggina, Katia
Colica, ha scritto su facebook: «Questo è il periodo dell’anno in cui, al Sud,
le rare donne con la pelle color mozzarella subiscono feroci angherie a sfondo
razziale. Contribuisci anche tu affinché sia superata l’intolleranza stagionale
evitando loro domande del tipo “Ma non vai al mare?”, o “Niente vacanze?” e
ancora “Quanto sei bianca. Stai male per caso?”. Fino ad arrivare a “E prendilo
un po’ di sole che è gratis”. Aiuta una donna-mozzarella a integrarsi e
superare l’estate senza vergognarsi del colore della propria pelle, per quanto
ripugnante. Chi non si abbronza è quasi uguale a te: non escluderlo. Voglilo».
Anch’io faccio parte delle calabresi mozzarella.
Per me il mare è:
- guardarlo, riempirsene gli occhi, la mente, il
cuore
- respirarlo con tutti i pori
- ascoltarne il rumore (come nello
splendido verso di Dino Campana: preferisco il rumore del mare)
- raccogliere conchiglie
- camminarci a lato.
Stare stesa al sole, fare il bagno, non fa per
me.
Per anni e anni, ho sopportato, con fastidio, la
domanda (le domande): “Ma tu, non vai a mare? Non stai facendo i bagni?” e, con
ancora più fastidio, la mia risposta “no”, come fosse una dichiarazione di colpa,
o di sconfitta.
La verità è che lascio con piacere, agli altri, il
piacere dell’acqua sulla pelle, le nuotate, i giochi, le risa e le creme
abbronzanti.
E, a me, quello di riempirmi del mio mare.
Pubblicato su Zoomsud:
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