All’inizio
del 2012 ho pubblicato, su questo blog, una serie di post dal titolo unitario
di Nisida. Appunti di didattica
sperimentata: ovvero piccole sintesi di progetti che hanno caratterizzato
la didattica nell’Istituto penale minorile successivamente a quella, degli anni
1980-2000, narrata nel libretto Insegnare
a Nisida. E, in diversi post sparsi, negli ultimi due anni, ho fatto cenno
ad un progetto su cui, a partire dal 2006, ho dedicato il massimo della mia
attenzione.
Che Nisida
sia un luogo bellissimo è sotto gli occhi di chiunque, per avventura, la veda.
Più nascosta è la ricchezza della sua storia: della storia tout court e di
quella letteraria in particolare. Ma, quando si comincia a cercare chi, quando
e come ha scritto di Nisida, le scoperte sono talmente tante e tanto importanti
che è chiaro come ci troviamo all’interno di una sinfonia la cui bellezza sta
nel non concludersi: nel volere, ancora, note.
Da una prima
raccolta di testi letterari concernenti Nisida, il passaggio fu semplice: invitare
alcuni autori a scrivere di Nisida, prima in maniera autonoma e poi all’interno
di una sorta di Scuola di Scrittura, che ha dato ampio spazio alla creatività
dei ragazzi e delle ragazze.
Sono nati
così tre volumi di racconti: Racconti per
Nisida, Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia e Racconti per Nisida, isola
d’Europa, pubblicati tutti, amichevolmente e fuori commercio da Mario
Guida. Al primo e al terzo gli Autori hanno partecipato del tutto
gratuitamente, al secondo hanno avuto un piccolo contributo del Ministero
dell’Istruzione, all’interno del progetto Nisida come parco letterario, parte
essenziale del complessivo LeAli al
Futuro.
Dei tre
volumi, sono particolarmente legata al secondo. Non perché ha avuto anche
riconoscimenti importanti (a partire dal Premio Perelà), ma perché, da italiana,
ho sempre avvertito come un valore assoluto il sacrificio di chi, come Poerio,
è stato ristretto nella Torre e per anni mi ero interrogata su come rendergli
un giusto omaggio. Che l’occasione sia arrivata in concomitanza con il 150simo
dell’Unità è stato, per me, un motivo, di gratitudine profonda.
Parlare
dell’isola, della sua bellezza, dei grandi uomini, e donne, che l’hanno abitata
ha dato modo ai ragazzi e alle ragazze di parlare di se stessi, delle loro
rabbie e dei loro sogni, delle loro emozioni e delle loro idee. In maniera
indiretta, naturalmente.
La quarta
tappa è stata cercare una strada che lasciasse questa maniera indiretta, ma
riportasse il discorso globale un po’ più al centro di se stessi: non l’isola,
insomma, ma i ragazzi che la abitano, chiamati a raccontarsi attraverso lo
schermo della grammatica, ovvero le parole, gli aggettivi, i verbi maggiormente
avvertiti come propri.
Ancora una
volta, la partecipazione degli autori è stata gratuita, mentre l’editore –
Caracò, stavolta – ha pubblicato alcune centinaia di copie cartacee, fuori
commercio, utilizzando i diritti ceduti a tal fine dagli autori de La giusta parte. Come già con i tre
volumi precedenti, tali copie sono state e/o saranno distribuite in omaggio, a
Nisida, alle autorità, ai tanti che vengono in visita, ai partecipanti a nostre
manifestazioni ecc. ecc.
Nel
contempo, il libro è stato messo in vendita in versione e book: gli eventuali
proventi saranno integralmente destinati alla successiva pubblicazione. Che
continuerà il percorso di cui La Grammatica di Nisida è che una
tappa: importante e non esaustiva.
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