Nel
2011, quattro Oscar – miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista
e miglior sceneggiatura originale – premiarono Il discorso del re.
Non
uno di quei film stilisticamente innovativi che segnano cambiamenti nella
storia del cinema, ma certo un film dalla regia elegante e intensa; di solida
sceneggiatura; con ottimi interpreti, a partire dal protagonista, Colin Firth
nei panni di Albert duca di York, poi re col nome di Giorgio VI. Godibile,
soprattutto, per lo stile, l’aria pulita di una storia in cui un uomo, grazie
ad una relazione interpersonale emotivamente significativa, supera le sue
difficoltà personali per adeguarsi al compito pubblico che gli tocca in sorte.
Il secondogenito di Giorgio V, affetto fin da piccolo dalla balbuzie, dopo aver
fatto inutilmente il giro di vari luminari, si affida, per l’intelligente
intuizione della moglie, ad un logopedista senza titoli accademici, ma di
grande sensibilità che lo induce a fare i conti con la sua infanzia,
l’anaffettività del padre, il senso di inferiorità nei confronti del fratello,
erede al trono, e la pena nei confronti del terzo fratello, nascosto fino alla
morte in quanto epilettico. Quando ormai re, per l’abdicazione di Edoardo VII
che preferisce la sua amante già divorziata al trono, gli toccherà rivolgere
via radio il discorso che, insieme a quello di Churchill, chiama il popolo alla
guerra contro Hitler, il suo sarà un intervento forte e solenne: gli inglesi, e
non solo, potranno riconoscere in lui un punto di riferimento sicuro nel
momento più tragico della storia europea.
Giorgio
Napolitano non ha mai avuto problemi d’eloquio e non è certo per questo che oggi quel film m’è tornato più volte in mente. E’ che ha parlato da Re di una
Nazione in un frangente drammatico, identificando la sua sorte con quella del
suo Paese.
Lo
dico con ammirazione profonda.
Resta la domanda: un Parlamento mai così duramente rimbrottato e così
applaudente, avrà – finalmente – uno scatto di dignità nazionale e comprenderà
che alle sfide della Storia si risponde con passione e serietà?
nell'immagine le parole del discorso di Napolitano in occasione del suo giuramento nella "nuvola" pubblicata da La Stampa
Nessun commento:
Posta un commento