martedì 23 aprile 2013

Il discorso di re Giorgio






Nel 2011, quattro Oscar – miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale – premiarono Il discorso del re.

Non uno di quei film stilisticamente innovativi che segnano cambiamenti nella storia del cinema, ma certo un film dalla regia elegante e intensa; di solida sceneggiatura; con ottimi interpreti, a partire dal protagonista, Colin Firth nei panni di Albert duca di York, poi re col nome di Giorgio VI. Godibile, soprattutto, per lo stile, l’aria pulita di una storia in cui un uomo, grazie ad una relazione interpersonale emotivamente significativa, supera le sue difficoltà personali per adeguarsi al compito pubblico che gli tocca in sorte. Il secondogenito di Giorgio V, affetto fin da piccolo dalla balbuzie, dopo aver fatto inutilmente il giro di vari luminari, si affida, per l’intelligente intuizione della moglie, ad un logopedista senza titoli accademici, ma di grande sensibilità che lo induce a fare i conti con la sua infanzia, l’anaffettività del padre, il senso di inferiorità nei confronti del fratello, erede al trono, e la pena nei confronti del terzo fratello, nascosto fino alla morte in quanto epilettico. Quando ormai re, per l’abdicazione di Edoardo VII che preferisce la sua amante già divorziata al trono, gli toccherà rivolgere via radio il discorso che, insieme a quello di Churchill, chiama il popolo alla guerra contro Hitler, il suo sarà un intervento forte e solenne: gli inglesi, e non solo, potranno riconoscere in lui un punto di riferimento sicuro nel momento più tragico della storia europea.

Giorgio Napolitano non ha mai avuto problemi d’eloquio e non è certo per questo che oggi quel film m’è tornato più volte in mente. E’ che ha parlato da Re di una Nazione in un frangente drammatico, identificando la sua sorte con quella del suo Paese.

Lo dico con ammirazione profonda.

Resta la domanda: un Parlamento mai così duramente rimbrottato e così applaudente, avrà – finalmente – uno scatto di dignità nazionale e comprenderà che alle sfide della Storia si risponde con passione e serietà?


nell'immagine le parole del discorso di Napolitano in occasione del suo giuramento nella "nuvola" pubblicata da La Stampa

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