Ringrazio
tutti quelli che, con critiche e precisazioni, sono intervenuti sul mio
precedente post sull’ergastolo ostativo.
Temo che,
per voler essere polemica con quanta più sincerità possibile, ho finito col non
essere chiara. Ci riprovo.
Uno.
Sono convinta che il carcere vada evitato il più possibile e sostituito, ogni
volta che si può, da misure alternative, più individualmente e socialmente utili.
Due. L’ergastolo
è contraddittorio col principio di rieducazione. Più di uno, il papa tra
questi, ne parla come di una forma nascosta di pena di morte. Io sono per la
permanenza dell’ergastolo (parliamo di ergastolo normale) nel nostro ordinamento visto che, di fatto, la pena viene poi
ridotta quando il giudice ravvisi un positivo processo di recupero sociale.
Ovvero, mi ripeto: sono convinta che, al momento della sentenza, rispetto a
certi reati di assoluta gravità, non si può che dare l’ergastolo, ma che, poi,
col tempo, questa misura può e deve essere rivista in relazione ai cambiamenti
della persona in questione. L’abolizione dell’ergastolo normale – considerato il (giusto) sistema premiale e i correlati
sconti di pena – a meno di non aumentare e di parecchio il nostro massimo reale
di pena (trenta anni) – metterebbe in libertà troppo presto persone che hanno
commesso reati gravissimi.
Tre. Chi
organizza e ordina stragi simili a quelle che hanno portato alla morte di
Falcone Borsellino e degli uomini e delle donne delle due scorte agisce non
solo contro le vittime, le loro famiglie, i loro amici, ma colpisce
direttamente la sicurezza dello Stato e, quindi, di ogni cittadino. In questi
casi, quelli dell’ergastolo ostativo, considero
più che problematico un qualsiasi automatismo che, facendo leva sulla
potenziale ma non provata volontà di cambiamento, riduca la pena. Si può, e,
probabilmente, si deve, rivedere il regime del 41 bis, ma concedere una libertà
non guadagnata mi sembra ben , di fattopoco giusto. C’è una contraddizione tra l’ergastolo
ostativo e il principio di rieducazione? È possibile. E, probabilmente, la
Consulta si pronuncerà in questo senso. Ma se la vittoria del principio
(principio tra i più belli della Costituzione) si configurasse come avvio all’abolizione, di fatto e sempre,
dell’ergastolo anche per le stragi di Stato e anche dove non ci fosse ombra di
cambiamento, mi sembrerebbe una di quelle giustizie in eccesso che diventano suprema
ingiustizia.
Questo è il post precedente, ripreso da Zoomsud: Voleva essere un testo provocatorio, ma, evidentemente, la provocazione non mi riesce bene, non è il mio stile:
Questo è il post precedente, ripreso da Zoomsud: Voleva essere un testo provocatorio, ma, evidentemente, la provocazione non mi riesce bene, non è il mio stile:
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