Ce l’eravamo detti,
il 17 febbraio, salutandoci: “Dobbiamo rivederci, dovete tornare a Nisida.”
Pensavamo ad un
incontro felice, con tutte le nuvole allontanate dai ragazzi di In viaggio per guarire e una libertà più
vicina per i nostri ragazzi (una libertà vera, non solo l’attesa liberazione
dal carcere).
Ci siamo rivisti,
invece, per omaggiare Andrea: un ragazzo la cui assenza è diventata motivo per
condividere il dolore e, nonostante il dolore, la passione per la vita.
L’abbiamo fatto con una passeggiata nel Parco letterario di Nisida (arrivando sull'isola in macchina, a piedi e in bici) e con un piccolo Reading che raccoglie scritti di ragazzi e di operatori e che è
stato letto da ragazzi e operatori: perché per tutti noi Andrea resterà uno dei nostri.
Anna Berenzi, le ragazze di In viaggio per guarire e Teresa Dandolo |
Valentina: In viaggio per guarire…. Quel pomeriggio del 17 febbraio
2018, al Centro Studi di Nisida non si dimenticherà facilmente: da allora, un
mite guerriero vivrà dentro di noi.
Da
stamattina, mi ronza in mente: Onore a
quanti in vita…: se, giustamente, bisogna onorare coloro che si ergono a difesa di Termopili, quanto
più bisogna farlo con chi dà tale prova di sé nell’amare la vita anche quando
essa costringe a prove tanto crudeli?
Gianluca Guida Nel dolore di una perdita così
atroce e nella gratitudine d’aver avuto la possibilità di condividere, per
qualche ora, la forza e il coraggio, mi auguro che il cielo e il mare di
Nisida, ultima tappa del viaggio in giro per l’Italia, siano rimasti fino alla
fine come una delle carezze del suo breve e immortale passaggio su questa
terra.
Sara:
La morte di un ragazzo? Non la vorresti mai sentire…
Salvatore Sannino: Credo sia stata la prima volta che sia accaduto: oggi
mio figlio mi ha visto in lacrime tanto che lui ha avvertito il bisogno di
abbracciarmi. Andrea non c’era più. Io non so cosa dirvi, ma a tavola durante
quel pranzo consumato insieme ho provato una profonda empatia per lui. Ho
pensato che dipendesse dal fatto che somiglia così tanto a mio figlio. Tanto
che tornato a casa avevo sentito il bisogno di raccontarglielo, a mio figlio,
di quel ragazzo. Nisida ha un’anima sapete! Oggi malgrado la luce fosse tersa
l’isola aveva dei colori cupi ed un vento iroso sembrava spazzare via parole e
pensieri. Sono salito in Istituto ed ho fatto in modo di radunare attorno a me
alcuni ragazzi, sapevo che il discorso sarebbe ricaduto presto sul fatto che,
come loro dicono, io ho i miei “preferiti”. A quel punto ho loro detto che era
vero che ho dei preferiti: “Ricordate Adrea, quel ragazzo che ha pranzato al
mio tavolo lo scorso sabato, quel ragazzo di Padova?”
Sara: “Di Brescia!”
Salvatore Sannino: Mi ha corretto una delle ragazze… “Ecco lui è un mio preferito!” “E
sapete perché?” “Vedete – alcuni di voi hanno la vita che scorre vigorosa tra
le mani eppure dietro di voi c’è sempre un’ombra di morte alla quale date un
peso innaturale; che è lì ad accompagnarvi in molte delle vostre scelte ed
azioni. Andrea invece aveva la morte tra le sue mani, eppure aveva scelto di
riempire di vita ogni attimo ed ogni azione della sua troppo breve esistenza.” Nella
vita succedono cose davvero strane, non potevo proprio immaginare che quel
sabato – a cinquant’anni- avrei incontrato il mio supereroe. Per questo –vi
dico- io “preferisco” Andrea! Ai suoi compagni di viaggio, che in questi
momenti vivranno un dolore assai più potente del nostro, chiedo coraggio… tutto
il loro coraggio!
Valentina: Caro Andrea, ci sono
certe situazioni in cui usare le parole è davvero difficile, soprattutto per
una come me, troppo chiusa al dolore. È difficile affrontarlo, portarne il
peso. Per la prima volta, tu e i tuoi compagni di viaggio mi avete mostrato il
dolore da altre prospettive. L’avete mostrato col sorriso e, persone più forti
di voi, non ne avevo mai incontrate prima. Quando sono entrata nella sala mensa
non vi nego che una fitta al cuore mi è venuta, poi è cambiato tutto in un
attimo. Mi sono guardata intorno e non vedevo visi spenti o false apparenze. Ho
visto i colori meravigliosi dell’arcobaleno nei vostri occhi e le bocche, mezze
lucenti lune, curvate all’insù, coinvolgenti. Solo così mi sono lasciata andare
nella vostra libertà. Sì, mi avete regalato un giorno di libertà. Mi avete
donato tanto. Chi ha mai ricevuto lezioni di vita fatte col sorriso? Chi è mai
stato così profondo? Di solito il cuore, al giorno d’oggi, viene trattato con
superficialità. Voi no, voi mi avete dato il profondo, la bellezza dell’interiorità.
In ogni passo, la tua forza era percepibile. Me lo dici anche a me questo
segreto, Andrea? Dove l’hai trovata questa forza immensa? A volte noi ci
perdiamo per delle cose davvero inutili. Cavolo, quanto siamo stupidi. Grazie,
Andrea, questo solo voglio dirti, grazie. In un solo giorno, tu mi hai portato
per vie da me sconosciute e quel solo giorno lo porterò nel mio cuore per
sempre. \Porterò te, porterò tutti voi, la vostra forza e il vostro sorriso.
Speciale, ecco cosa sei, cosa siete. Guidaci per giuste vie, tu puoi farlo, hai
questo potere, il potere del bene. Stringiamoci forte, anche se con la tua
forza finirai per stritolarmi. Non m’importa, io ti sento.
Dino
Gravina: Penso alla mia passione sportiva
Sara:
il ciclismo…
Dino
Gravina: … mi ha temprato, mi ha reso più forte, mi ha
insegnato a combattere, a raggiungere un obiettivo, a non arrendermi mai
davanti alle difficoltà e diciamo che questo è il messaggio che io vorrei fare
arrivare a tutti voi.
Sara:
Nella vostra vita non fatevi mai schiacciare dai problemi, indipendentemente da
quanto essi siano grandi o piccoli.
Dino
Gravina: Dunque… il ciclismo… la salita può essere lunga,
difficile, tortuosa, ma poi, una volta arrivati in cima, c’è sempre la discesa.
Sara: Una notizia
che non avrei mai voluto leggere... “Alla fine di ogni salita, per quanto ripida sia, c’è
sempre una discesa.”
Valentina: Che ti sia lieve, Andrea… Porterò nel cuore il tuo
coraggio.
Sara: Mai si può dire cosa sia meglio o peggio.
Martina: La tua determinazione mi colpisce: ti ho visto
salire sul palco a parlare orgogliosamente senza le grucce.
Sara: È stata la tua sfida, senza piegarti.
Valentina: Senza commiserarti.
Martina: Senza una lamentela.
Sara: Grazie Andrea, ci hai dato un ottimo esempio di come
affrontare le ineluttabili sofferenze della vita. Spero con tutto il cuore che tu sia riuscito a sorridere
fino all’ultimo.
Valentina: Ti vorrò sempre bene.
Sara: Ciao Andrea, non ci conosciamo, ma voglio farti sapere che nel poco che sono
riuscita a vedere posso assicurarti che mi hai trasmesso fiducia e tanta
speranza. Ho riflettuto
molto, sei stato un guerriero e mi hai trasmesso la tua forza… non eri pronto
per riuscire a sopportare il tuo dolore …ma la tua saggezza e la voglia di
andare avanti e fino in fondo ti sono stati di aiuto. Non hai mollato mai … la
vita è solo una e non è detto che dopo la tempesta non possa uscire un
bellissimo sole.
Fidati, sono
una ragazza che sa apprezzare ogni minima parola che le viene detta e dopo aver
conosciuto te e gli altri guerrieri posso dire che le parole hanno avuto per me
un valore molto forte.
So che
magari può sembrare strano detto da me ma sei un ragazzo molto dolce, speciale…
un leone con una forza tutta sua!
Mi hai trasmesso
la voglia di andare avanti nonostante i difetti e…ricorda…che hai avuto due
cose che non tutti possono avere: una forza meravigliosa e una bella famiglia
che non ti lascia mai.
Martina: Dal giorno che ho sentito la storia
di Andrea ho iniziato ad ammirare questo ragazzo per la sua tenacia, per la sua
forza, per la sua determinazione, ma soprattutto perché non ha smesso mai di
sognare, neanche quando le cose si sono fatte più complicate. Questa cosa in
particolare mi ha fatto riflettere perché spesso noi, e quando dico noi intendo
le persone in generale, ci abbattiamo, demoralizziamo e pensiamo di non essere
in grado di realizzare i nostri sogni e quindi smettiamo di sognare e di porci
obiettivi. Invece di reagire così, noi dovremmo fare come Andrea: andare
avanti, prendere questi ostacoli non come una sconfitta, ma come una rivincita
sulla vita, che non importa quante difficoltà incontreremo, quanti ostacoli
dovremo superare, l’importante è farlo sempre a testa alta continuando a
inseguire i sogni e gli obiettivi per raggiungerli e riconoscerne di nuovi.
Dino Gravina: Non dobbiamo lasciare che la vita
ci scivoli via, ma dobbiamo godercela, cogliere ogni possibilità, ma
soprattutto non smettere mai di lottare per i nostri sogni.
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