Non ricordo l’anno
né il mese. Certo, in quei giorni, una qualche rivista aveva ripreso un
carteggio: “Non posso vivere fuori dal cerchio magico del nostro amore”, o
qualcosa di simile. Parole non scritte per lei.
Scartando quel pacchetto
di libri e leggendo il biglietto d’accompagnamento (purtroppo disperso), mi
chiesi: Com’è che sapeva di Nisida e del suo carcere? Chi le aveva detto che
stavamo provando a riorganizzare una Biblioteca? Com’è che, quale fedele
custode dell’opera del marito, aveva pensato anche a noi?
Non avevo risposte
da darmi. Ma avvertii una sensazione particolare: come se m’avesse sfiorato un
vento leggero e tagliente: lo spirito della Letteratura.
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