Dei libri saliti
sul podio dello Strega giovani, due li avevamo votati anche a Nisida. E, nella
cerimonia di premiazione alla Camera, (è stato il primo anno che abbiamo fatto
della giuria ed è stata una bella esperienza e anche l’essere a Montecitorio lo
è stato), Martina ha sorriso contenta. Ma, poi, si è dispiaciuta, (e io con
lei) perché non c’è salito il libro che, per la nostra giuria, avrebbe dovuto
vincerlo, lo Strega giovani.
Il libro non è
entrato neppure nella cinquina dello Strega-Strega e, quindi, non avrà i
riflettori che toccano ai libri finalisti del premio letterario che resta
tuttora il più importante in Italia.
Mi auguro che venga, però, letto tanto: per almeno tre motivi.
Perché è un buon
romanzo, che lega passato e presente in una vicenda che attraversa il Novecento
e i nostri anni.
Perché affronta,
tema ben poco trattato nella nostra narrativa, la fase coloniale italiana
(nella fattispecie la nostra presenza in Etiopia).
Perché illumina su
come vennero messe in atto le follie razziste (di solito vediamo gli effetti
delle leggi razziali sugli ebrei, qui le vediamo sulle popolazioni nere).
E' proprio il
libro giusto, da leggere adesso.
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