Chi,
come me, considera i romanzi dell’immensa Jane Austen (nel mio caso,
soprattutto Orgoglio e pregiudizio e Persuasione) non solo dei capolavori
letterari, ma anche dei fedeli compagni di vita, capaci di rasserenare,
consolare, dare forza ed energia – passerà qualche ora gradevole, immersa nella
sua presenza e nelle sue atmosfere con Una
carrozza per Wincester.
Unendo
la sua passione per la Austen e la sua esperienza clinica (è aiuto strumentista
ospedaliero a Treviso), Giovanna Zucca immagina che l’autrice inglese, abbia vissuto negli
ultimi mesi di vita un grande amore con Thomas Addison, il medico che qualche
anno avrebbe diagnosticato e dato il suo nome al morbo che, forse, l’ha portata
prematuramente alla morte.
Intorno
a loro, prendono vita la sorella di Jane, Cassandra, e molti personaggi in cui
è facile riconoscere voluti riferimenti a quelli raccontati dalla Austen nelle
sue pagine.
Ne
viene fuori il piccolo mondo della campagna inglese con la sua buona
educazione, i suoi formalismi, le sue ipocrisie. Un mondo in cui si staglia la
figura di Jane: fisicamente fragile, ma forte nelle sue idee, libera di
pensiero, capace di smontarlo, tutto quel mondo, con il suo sguardo ironico e
la sapiente creazione dei suoi libri.
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