Senza l’Italia, Torino sarebbe più o
meno la stessa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa. Umberto Eco
Passo
qualche giorno a Torino. Non l’avevo mai visitata, ma, mentre la scopro, mi accorgo di trovare continue conferme. Insomma, verifico che la
conosco da sempre. Certo, è molto più bella da vicino, ma in qualche modo il
suo passato e il suo presente mi sta(va) già dentro: lo splendore del Museo
Egizio, la bellezza del Valentino, l’emozione del Museo del Risorgimento, la
meraviglia di Stupinigi, il gioiellino della Pinacoteca Agnelli al Lingotto
ecc. ecc.
Mi
accorgo che non c’è città italiana – eccezion fatta per Roma, Firenze (non contano Reggio e Napoli, le due tra cui vivo) – che io conosca quanto Torino.
Saranno stati i libri, i film, forse
un bel po’ di esami di Storia Moderna, Storia del Risorgimento e Storia
Contemporanea, chissà.
Senza
l’Italia – per riprendere Eco – non so come sarebbe Torino, oggi. Ma l’Italia,
senza Torino, non so se ci sarebbe proprio stata.
Certo,
non sarebbe stato per nulla facile, ma non mi pare che i Borbone ci abbiano mai
pensato a fare l’Italia. I Savoia, con tutti i loro limiti e oltre, sì.
I napoletani,
i meridionali, sì, ci hanno pensato, e pagato il loro.
Ma quel dato, nella nostra storia, è tutt'altro che trascurabile.
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