domenica 3 febbraio 2013

Le parole di Nisida


 
 
Provate ad immaginare un’aula piuttosto grande, la pittura alle pareti non precisamente perfetta, una lavagna multimediale, un poster che raffigura il ragazzo di cui porta il nome, due armadietti di libri di leggi più vecchie che antiche e la bandiera d’Italia. Un tavolo quasi ovale, piuttosto grande e tre tavolini tondi più piccoli e un numero variabile di sedie, una diversa dall’altra. Tra finestre: una da cui si vede San Martino, una curvata sui cortili interni e l’altra che ci regala il Vesuvio e il mare: orienti mattutini di luce e di bellezza.

Metteteci dentro un numero variabile di ragazzi e ragazze, tra dieci e venti, l’insegnante che conduce il progetto, uno o più suoi colleghi e uno scrittore.

Ora, lasciate sullo sfondo tutto il resto – ambiente e persone – e concentratevi sull’Autore.

Ce ne sono stati 9 quest’anno – come altre volte, il loro contributo è stato del tutto volontario e gratuito – 5 donne e 4 uomini e di questi, 2 donne e 2 uomini, completamente nuovi a quest’esperienza, mentre altri/e al secondo, terzo o addirittura quarto anno della nostra Scuola di Scrittura.

Non è facile arrivare a Nisida, inserirsi nella trama di un lavoro che, in classe, va avanti, per molte strade, con accelerazioni e frenate, insofferenze e attenzioni, indifferenza e curiosità. Tema dell’anno: grammatica e narrazione, ovvero regole e immaginazione: mattoncini di pensiero per costruire case, città, mondi della mente.

Ogni scrittore ci ha provato. Ciascuno a suo modo. Tutti con competenza e passione.

Debolezza e forza, inutilità ed importanza, grandezza e limiti, luce e opacità, vuoto e pienezza delle parole nel crescere e nel cambiare. Di questo, in fondo, parlerà il libro prossimo venturo che raccoglie questa esperienza.

2 commenti:

  1. Un'esperienza che fa crescere e cambiare anche noi che ci abbiamo provato. Grazie, Maria!

    RispondiElimina
  2. Per me è stato un privilegio essere parte di questa narrazione. Viola

    RispondiElimina