Gentile sen. Monti,
sono tra quei sedici milioni di
italiani che hanno votato in maniera diversa da quanto avessero (nel mio caso,
sempre) fatto in passato.
Ho votato la sua lista per
fiducia in lei (penso che il
discorso, a forte carica retorica, fatto
alla presentazione dei suoi candidati a Roma da Edoardo Nesi corrisponda alla verità
dei fatti) e nel suo programma, anche se ho trovato ben poco convincenti molte
sue scelte elettorali.
E’ chiaro che, adesso, si tratta
di trovare una modalità di governare il Paese, che l’attenzione, insomma, vada
centrata su altro. Ma, bene che vada, torneremo alle urne ben prima di cinque
anni.
Non so se lei avrà voglia e modo
di un’altra campagna elettorale, ma, nel caso, mi permetta un’osservazione, per
quanto minima.
Durante questa campagna, lei è passato
rapidamente da Napoli e – portato da non
so chi tra i vicoli del centro storico e, immagino, con non poca difficoltà da
parte sua – si è lasciato fotografare con in mano la pizza e un pulcinella.
Se capiterà una prossima
occasione, non lo faccia. Si faccia fotografare in situazioni diverse. Vada da
altre parti, in altri luoghi. Ce ne sono tantissimi, dove c’è molto da capire,
tanto da apprendere.
Uno, potrei indicarglielo anch’io.
E’, anch’esso, un po’ rischioso, perché sono in tanti a passarci giusto per fare
passerella, ma, se ci si ferma con attenzione, può davvero essere un luogo che
sommuove, che costringe all’empatia (razionale) con i problemi profondi,
strutturali, quelli che dovrebbero essere carne e sangue di ogni agenda
politica.
Venga* a Nisida, la prossima volta
(NB: il suo ministro della Giustizia, Paola Severino, è venuta: è stato un bell’incontro).
E’ un carcere minorile. La nostra legislatura minorile è molto avanzata, fa del
carcere, per i minori, una realtà “residuale”. Eppure, a Napoli, ce ne stanno
tanti dentro, ragazzi e ragazze:
segno profondo non solo di scelte individuali errate, ma, soprattutto, di
profonde problematiche sociali-economiche-culturali che rendono la realtà
meridionale così difficile da affrontare per tutti. Un piccolo specchio,
insomma, che permette di inquadrare una realtà ben più ampia.
Non mi dilungo, professor Monti, non
intendo sottrarle tempo, visto che anche queste sue ultime giornate da
presidente del Consiglio non sono certo facili.
Ma, nel caso, ci pensi.
Cordialmente, con immutata stima,
M. F.
* naturalmente, io non ho alcun titolo ad invitarla, ma lei, da senatore, può visitare qualsiasi carcere
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