E un giorno i Bronzi decisero di farsi trovare.
Sepolti nel fondo del mare, per secoli e secoli avevano osservato fatiche, slanci e sconfitte d’una terra aspra e dolce, ammaliante tanto da farli innamorare.
E’ per amore, per mettere al servizio di quella terra tutta la loro potenza guerriera che si sono fatti trovare, rinunciando alle bellezze d’un mare fatato.
Quella terra li ha accolti come un trofeo da difendere con le unghie e con i denti (non è poco che, nonostante vari tentativi contrari, siano rimasti a Reggio). Ma non è riuscita a metterli alla guida di una complessiva politica culturale, capace di coinvolgere centinaia di migliaia di visitatori l’anno. Certo, non solo per colpa sua.
Non deve essere bello, per i Bronzi, ancora più fulgidi del solito, dopo l’ennesimo restauro, passare il loro quarantesimo compleanno – furono ritrovati il 16 agosto del 1972 – sui lettini dell’atrio del Consiglio regionale calabrese a palazzo Campanella, (dove, nel biennio 2010-2011, sono stati visitati da 218mila persone, che poche non sono).
Senza neppure sapere quando precisamente potranno tornare a svettare in quella splendida e ricca casa (come dimenticare i pinakes locresi che rappresentano il mito di Persefone e Demetra?) che è stato e ancora di più sarà, quando verrà finalmente riaperto, palazzo Piacentini, sede del Museo Archeologico.
Questa nota l'avevo scritta, qualche giorno fa per Zoomsud http://www.zoomsud.it/commenti/37940-i-bronzi-splendidi-quarantenni-senza-ancora-casa.html
E' di poche ore fa la notizia di un altro ritrovamento, probabilmente eccezionale http://www.zoomsud.it/flash-news/38255-dal-mare-smeraldo-di-capo-zeffirio-riemergono-reperti-greci-o-fenici-40-anni-dopo-i-bronzi.html
Quasi il materializzarsi, ancora una volta, di quella divina grecità che, nonostante tutto, impregna la Calabria (persone, terra e mare) più bella.
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