“Non è rimasta abbastanza a lungo a Bath”, disse (il
capitano Wentworth, ndr) per gustarne le serate”. “Oh, no! Il loro consueto
andamento non mi attrae per nulla. Non mi piace giocare a carte”. “Lo so, in
passato non le piaceva. Di solito le partite a carte non le interessavano; ma
col tempo cambiano molte cose”. “Non sono tanto cambiata”, esclamò Anne, e non
aggiunse altro, temendo oscuramente che quanto aveva detto venisse frainteso.
E’ ad Anne Elliot, la protagonista di Persuasione dell'infinita Jane Austen, che torno
quando il tempo, dei giorni e del cuore, è più lacerato e disarmonico. Perché
lei è la donna che, dalle pagine di un libro bello e imperfetto rispetto ad
altri testi della Austen, bellissimi e perfetti fino al prodigioso, più attira
nel suo percorso interiore: che la conduce ad una pienezza serena ed
equilibrata.
Come osserva Anna Luisa Zaza, “Anne deve in verità
combattere una lotta ardua e tenace per esprimere se stessa, per rendere noti i
suoi sentimenti, le sue emozioni, per imporre a se stessa e agli altri la realtà
del proprio Io senza uscire da quei confini di discrezione, di gentilezza, di
‘eleganza’, di rigore che la sua educazione, la sua stessa natura le tracciano
intorno”.
Lei che non è una “giocatrice di carte”, vince la partita
perché vince se stessa, usando il tempo per imparare a riconoscere, accettare,
esplicitare con eleganza quieta ma senza infingimenti, la sua verità più
profonda. E la sua tenacia nel non disperdere le sue energie interiori, anzi
nel riportarle verso il nucleo centrale dell’io, le regala una nuova
giovinezza. Che non perderà più, nello scorrere dei giorni, perché il recupero
armonico del passato, le consente ormai di affrontare in pienezza il presente.
Essendo nata l'8 agosto del 1787, oggi è il suo compleanno. Auguri, Anne.
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