venerdì 6 maggio 2022

La Calabria e la lettura: come far incontrare due parallele /2

 


Uno. Se diamo per scontato che leggere migliora la vita personale e, di conseguenza, quella collettiva, che di può fare per far aumentare il numero dei lettori che in Italia è basso, nel Meridione bassissimo, e, in Calabria, va oltre il bassissimo?

 

Due. Può riuscirci il pullulare di festival, rassegne, premiazioni?  È facilmente ipotizzabile che questo genere di manifestazioni – molto diverse tra loro, si va dal raffazzonato al rispettabile livello; dal volontariato puro al finanziato  – possa agire sui già lettori, facendo magari aumentare il numero di libri letti da ciascuno dei partecipanti, ma più difficilmente riesca a incidere su chi non è già un lettore. Anche i circoli di lettura, oasi culturali importanti e magari encomiabili nella loro attività di promozione, quanti nuovi lettori riescono ad aggregare ogni anno?

 

Tre. Librerie, biblioteche e scuola dovrebbero essere i punti-luce per la diffusione, stabile, della lettura. Ma. Ci sono territori dove le librerie non ci sono, o, se ci sono, non vanno oltre la cartolibreria, dove l’elemento forte non sono certo i libri. E mancano le biblioteche comunali. Il Centro civico di Pellaro – intitolato a Cosimo Cardea – prevedeva anche una Biblioteca: che non c’è. E, oggi, dovrebbe essere, almeno, una Biblioteca-Mediateca. Le scuole, molte scuole, svolgono già interessanti progetti di lettura per gli alunni, ma dovrebbero spalancare le loro porte per favorire il lifelong learning di genitori e nonni.

 

Quattro. Oltre alla spinta “dal basso” e l’impegno di enti, associazioni, singoli cittadini, occorrerebbe una forte volontà politica, capace anche di trovare i fondi necessari. C’è?

 

Cinque. Una domanda: Vibo è stata capitale del libro 2021 e ha, allo scopo, avuto finanziamenti sostanziosi. Che cosa è accaduto? Quale movimento si è innescato? Quale ricaduta c’è stata per l’intera Calabria?

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