La sposa scende da una macchina e si avvia verso la scalinata d’una chiesa o l’ingresso d’un municipio. Pochi passi e il suo vestito, candido, si stria di strisce nere. Me lo immagino così l’avvio d’un film ambientato a Reggio o nei dintorni ionici della città.
L’Etna – che si offre al nostro sguardo, gratis, spettacolo continuo – di tanto in tanto un piccolo prezzo di biglietto lo fa pagare: scomparsa dietro il suo stesso fumo, arriva nelle nostre strade, sui nostri balconi, dentro le case con le finestre aperte, inondandoci di cenere.
In giorni, come questi, già inquieti la caligine ci avvolge e si deposita sul cuore. Allo sguardo di ognuno sta vederla come un segno di morte o un desiderio, esplosivo, di vita.
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