sabato 8 dicembre 2018

Maria, signora dell'Avvento






Se d’inverno aspetti qualcuno, provi a creargli calore intorno: i termosifoni accesi, le coperte sul letto, un buon brodo fumante. Lo sento così l’Avvento: l’anima che si fa tepore di un grembo accogliente.

È tempo privilegiato , questo, di quelli che, nel Rosario, si chiamano Misteri gaudiosi e che, di fatto, hanno a che fare con la vita delle donne: cristiane, credenti in altre fedi, indifferenti alla religione, orgogliosamente atee: lo stupore della gravidanza (sempre, verginale, frutto sì d’una coppia ma che sempre la trascende), la meraviglia della nascita, il riconoscimento che un figlio è gioia suprema ma anche la spada che potrà distruggere ogni tua felicità, la consapevolezza che un figlio è altro da te e la sua vita avrà un percorso che non ti appartiene.

Sul secondo dei Misteri gaudiosi (la visita di Maria a Elisabetta, l’anziana parente, anche lei in attesa di un figlio), quand’ero piccola mi avevano insegnato – e così ho pensato anch’io per lungo tempo – che la vicenda sottolineasse il ruolo di servizio di Maria e richiamasse i credenti ad un identico ruolo.
Da qualche tempo, mi piace coglierne un altro aspetto. La giovane Maria, che sta affrontando una scelta voluta ma che se sente più grande di lei, trova il silenzio e le parole di cui ha bisogno in un’altra donna: non la madre, ma una parente-amica con cui può confidarsi e trovare conforto e sostegno. Me le immagino in un cortile, con Elisabetta che fila e Maria che le porta l’orcio con l’acqua fresca da bere: un’intimità di sguardi, di tenerezze, di scambi, tra chi ha l’esperienza dell’età e chi dell’età ha la forza.
Penso che una ragazza che può fidarsi di una donna adulta è molto fortunata.





Piccolo racconto d’Avvento. Nonno prepara il presepe. Mette Madonna e San Giuseppe nella grotta e il bambino, fuori, rivolto a chi guarda. Arriva la nipotina, tre anni, guarda con molta attenzione, poi gira al contrario il Gesù Bambino. Il nonno prova a rimetterlo a posto, ma la bambina è ferma: “Il bambino non può guardare da qui. Deve guardare la madre.”

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