Ho chiuso la sveglia, il letto
ha il tepore d’un abbraccio di bene, e non ho nessuna voglia d’alzarmi.
Il cielo, da qualche giorno, è
di caligine triste. Sa di paesi nordici, non di Mediterraneo.
Al lavoro non mancano
problemi.
La città continua a percorrere
i gradini del degrado.
L’Italia ci sprofonda (se solo
potessi, me ne andrei in un luogo remoto del mondo almeno fino all’elezione del
nuovo presidente della Repubblica: perché una nuova sceneggiata tipo primavera 2013
non la reggo).
L’Europa ha preso la china del
ri-frantumarsi (cosa che la renderebbe marginale nel mondo e l’Italia, forse,
di nuovo niente più che un’espressione
geografica).
Mi alzo. Mi rivesto. Mi
riscaldo bevendo acqua calda. Accanto al computer c’è la lista delle cose da
fare. Un nuovo giorno comincia.
L’Avvento è inoltrato. Ho voglia
di Natale nell’anima.
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