giovedì 23 maggio 2019

Un voto per l'Europa





Il voto per il Parlamento Europeo del 26 maggio è di tale straordinaria importanza che sarebbe stato auspicabile, in questi mesi, un appassionato dibattito. Che (fatta salva l’appassionata campagna di Carlo Calenda e qualche discorso trascinante di Matteo Renzi e poco altro, per esempio gli interventi di Irene Tinagli) non ho visto.

In pullman, per strada, al supermercato non ho sentito pressoché nessuno, in queste settimane, parlare del voto e pochissimo anche in più ristretti ambienti di lavoro e/o di conoscenti: non è un bel segnale.


Eppure siamo ad una svolta epocale. Io non ho dubbi. Bisogna stare dalla parte di chi sa che l’Europa è la casa del nostro presente e l’orizzonte del nostro futuro. Che nella nostra differenziata e comune tradizione, nella nostra variegata e unitaria cultura, continuano a stare i germi della civiltà che ci può fare protagonisti più umani della storia dell’umanità.

Ps: Dopo le elezioni, farò qualche considerazione sulle liste del Sud

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