domenica 12 maggio 2019

Sara, il Laboratorio di Scrittura e il nuovo libro di Nisida





Sara sceglie due momenti del nostro stare a scuola per salutarmi alla fine del Reading itinerante nel Parco Letterario di Nisida, che giovedì 9 maggio, ha festeggiato la pubblicazione di Esercizi di stile per un congedo (Guida editore).

È un momento forte, del tutto inatteso per me, di un pomeriggio tutto bello.

Conserverò come un punto di luce il suo scritto come, allo stesso modo, conserverò quelli che non sono stati mai letti in pubblico (come è accaduto a Sara) e che raccontano di gratitudine di ragazzi/e che stavano per andare via o erano già, magari da tempo, usciti da Nisida. 

Sono l’ossigeno che mi ha fatto respirare nei momenti più difficili, quelli in cui lo scoramento per le tante sconfitte si è fatto più sentire.

Ma Sara ha letto in pubblico e, in pubblico, vorrei risponderle. Non replicando ai suoi con i miei ricordi (sarebbe però bello farlo un po’ con tutti i ragazzi/e dopo un certo periodo del comune percorso scolastico). Ma con un piccolo cenno sullo stile e il contenuto.

Una pagina così – in cui il proprio dolore viene abbracciato senza imprigionarlo in corazze opprimenti e l’ironia è una risata serena, senza sottofondi amari – dice che il lavoro di scrittura è (può essere) tra quelli che macinano dentro fino a far riprendere i fili interrotti: per affrontare il cammino (lungo e complesso) che dal rappezzo passi al ricamo della propria vita




L'intervento di Sara

“Tieni questa, proviene dalla terra nostra.” Mi asciugo le lacrime e guardo la piccola conchiglia che questa strana maestra mi porge. La conosco da una settimana e ci ho già litigato più di tre volte, non capisco perché continua ad infastidirmi, non mi è mai interessato studiare, né tantomeno ho voglia di sentirla mentre spiega una qualsiasi, sono sicura che si arrenderà come fanno tutti. Forse mi sta dando questa conchiglia perché mi ha sentita piangere e le faccio pena, non vedo altri motivi. Allungo la mano per prenderla ed incrocio i suoi occhi con i miei, non vedo ombra di sorrisi falsi o pietosi, anzi, resta seria e riprende la lezione come se niente fosse, non mi parla, non mi guarda. Passa un’ora e, non appena le ragazze escono per fare pausa, mi chiama con voce ferma ma carica di calore. “Ho trovato questa conchiglia in riva al mare di Reggio, se ti sentirai lontana da casa, avvicinala all’orecchio e chiudi gli occhi, immagina di camminare lungo il Corso e di sdraiarti sulla spiaggia.” Lei mi guarda e mi sfiora la guancia, solo in un secondo momento capisco che voleva interrompere la discesa di un ricordo. “Non voglio rattristati chiedendoti del tuo dolore, non voglio diventare la tua confidente forzata, ti dico solo ci unisce una cosa molto grande, veniamo dalla stessa terra, proviamo ad andare d’accordo.” 
Sono passati tre anni, andiamo d’accordo maè?

“Sara, non te lo ripeto più, o alzi la testa da quel maledetto tavolo o ti sbatto fuori dalla mia aula!” “’A maè, non lo potete fare sennò l’avreste già fatto.” La faccia della Franco si tinge di rosso, un’altra provocazione e lo farò davvero. Adoro litigare con lei, lo facciamo quasi ogni giorno, lei è l’unica che mi risponde a tono. Con il nervoso addosso, prende lo scialle se lo mette a mo’ di velo. “Uà maè, mi pariti propriu ‘a Maronna ‘ra muntagna.” Lei mi guarda e la rabbia le scivola via sentendomi parlare in calabrese: “Marò, figghia mia, si’ a prima chi non mi dici che paru befanedda.”




Per chi fosse interessato: Esercizi di stile per un congedo è al momento disponibile:

*In tutte le iniziative di Nisida aperte alla città

*Presso l’editore Guida, via Bisignano 11, tel. 081 2910768









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