sabato 15 luglio 2017

Sulla terrazza del MaRC


Due giorni nel reggino e già tanti motivi per dispiacerti per tutto ciò che ne offusca/impoverisce/deturpa la bellezza possibile.

Poi, dopo una sublime brioche con gelato di Cesare, torni al Museo e ti sale dalle viscere un senso di gratitudine per essere carne e sangue di questa terra, di questa storia che affonda le sue radici all’alba della civiltà occidentale. Ti senti in pace con te stessa e con il mondo. Non avverti vuoti, non vorresti essere da nessun’altra parte.



Poi, sali sulla terrazza del Museo, che stasera s’inaugura con un concerto per chitarre, basso e voce solista. Ed è stupore assoluto. Sei dentro lo Stretto, in un abbraccio di bellezza che non ha pari. Ed aggettivi solitamente insopportabilmente esagerati come stupendo, meraviglioso, inenarrabile non hanno nulla di retorico, anzi restano ben al di sotto della realtà.


E il fatto d’essere viva – qui e ora – ti sembra un regalo senza pari.


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