mercoledì 1 marzo 2017

Contro l'utero in affitto








Sul balcone di casa sono rispuntate le margheritine selvatiche e la luce non è più quella invernale. 

Il mondo ha una grammatica che, nonostante tutto, permane. 

Anche noi abbiamo (avremmo) una grammatica: e nomi e aggettivi e verbi della nostra vita hanno (avrebbero) una declinazione propria.

Ma c’è in noi un tasso di analfabetismo alto: intendo analfabetismo d’umanità.

E c’è, anche, un analfabetismo di ritorno: passi avanti che come umanità avevamo compiuto, e su cui stiamo drammaticamente tornando indietro.

L’utero in affitto fa parte di questo analfabetismo di ritorno: secoli e secoli perché le donne acquisissero dignità totale di persone e, adesso, in nome di desideri maschili trasformati in diritti, un’oggettivazione (una trasformazione di oggetto) del corpo femminile a mero contenitore paragonabile solo alla schiavitù. 

Una nuova modalità (quella finale?) per togliere da mezzo lo scandalo della maternità come parte dell'essere donna.

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