sabato 8 ottobre 2016

Centrifuga, il perché di un'antologia







È una sfida difficile crescere oggi, in un mondo convulso, in cui gli adulti sono spesso fragili e in crisi. Un mondo che ribolle di possibilità non solo scientifiche e, insieme, di problemi sociali irrisolti e in forte difficoltà di visione culturale e di futuro. Un mondo che sembra non avere più punti di riferimento certi e in cui il fondamento più importante, se non l’unico, appare troppo spesso il denaro.


Ancora più difficile è crescere in periferie nate brutte o ferite nella loro passata bellezza. Dove la quotidianità sembra (o è) più grigia, isolata, povera di quella che si vive in centro. Dove mancano (o sono insufficienti) quei presidi minimi (dalla biblioteca alla palestra al teatro) che possono nutrire la prima infanzia e rendere più attraversabile il deserto del passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza.


 
Centrifuga, l’antologia che Sinnos manda in libreria dal prossimo 22 ottobre, prova ad essere – come scrive Patrizia Rinaldi nella prefazione – “un abbraccio di parole che parta dalle nostre periferie e arrivi ovunque, speriamo persino alla sensibilizzazione delle Istituzioni”: “Le suggestioni che proponiamo non hanno niente di trionfale, ma crediamo che sia arrivato il momento di non enfatizzare solo l’impossibilità e di affermare che le nostre periferie ci riguardano e non solo per esibire un teatro di denuncia. Sono luoghi da cui è possibile ripartire.”

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