domenica 10 settembre 2023

Le mie scuse a Chichita Calvino

 

Italo Calvino con la moglie, foto dal web

Richiesta di un parere sul decreto Caivano (naturalmente faccio parte di quelli che, parafrasando Victor Hugo, ritengono che bisogna aprire molte porte di scuole per chiudere quelle del carcere), mi hanno anche chiesto qualche ricordo di Nisida. Ho fatto scivolare la domanda, ma ne ho uno, per cui, soprattutto quest'anno, dovrei chiedere scusa alla signora Calvino (che però è morta).

Quando mettemmo su la biblioteca A. Dumas feci un’intervista a un giornale locale in cui auspicai che i grandi editori ci mandassero dei libri di recente pubblicazione. Come quelle mie parole finissero sotto gli occhi di Chichita Calvino non lo so. So che arrivò a Nisida un bel pacco di libri dell’autore del Barone rampante e di tanti altri capolavori con un biglietto di Chichita che riprendeva, appunto, quella mia richiesta. Vergato a mano, mi emozionò, era come se la Letteratura, quella con la maiuscola, fosse venuta a trovarmi.

Misi i libri negli scaffali e portai il biglietto al direttore di Nisida che mi disse di conservarlo con cura. Ed io con cura – molta cura – lo misi da qualche parte dove potesse conservarsi, bene, nel tempo

Non sono stata più in grado di trovarlo. Quest’anno, nel centenario della nascita, avrei voluto omaggiare Calvino riproducendo quel biglietto. Ma – la signora Calvino mi perdoni – non so dov’è.

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