I più patrioti

 

Una donna – vergognosa della sua sterilità e, poi, nascosta per mesi per la gravidanza iniziata in tarda età – e una ragazza, vergine ma incinta. L’incontro tra Elisabetta e Maria – che la liturgia cattolica propone in questa domenica che sembra accumulare cappe d’angoscia per il nostro prossimo futuro (ancora un Natale in pandemia con prospettive di ancora nuove restrizioni) – è quanto di più esaltante del femminile che io riesca a trovare nella letteratura mondiale (se si vuole prendere la Bibbia tutta e il Vangelo in questo contesto solo come opera letteraria: di valore indubbiamente assoluto).

Ci sarebbe da scrivere pagine e pagine e, di fatti, ne sono state scritte tante (ma non bastano) come ci sono immagini di straordinaria intensità. Mi limiterei, oggi, ad un pensiero a margine. 

Qualcuno ha evocato la necessità di un patriota come Presidente della Repubblica. Non dubito che lo sia (stato) Mattarella, ma anche altri (non sono stati forse patrioti Einaudi, Ciampi e Napolitano, giusto per fare qualche nome?). E di certo ci sono patrioti nelle istituzioni (Draghi e Figliuolo li metterei senza se e senza ma) e in ogni settore della vita civile.

Ma, in questi mesi, i più patrioti di tutti mi sembrano le donne incinte: contro la morte che ci circonda da ogni lato, il rischio – spesso drammatico – della vita.