martedì 29 dicembre 2015

Anche questo è Natale



 
Presepe nella piazza della chiesa a San Filippo Pellaro, R.C.


«È bellissimo il Natale.
Bello e intenso.
Bello perché smuove il bambino che è in noi.
Perché fa riaffiorare i ricordi d’infanzia.
(…)
È bellissimo il Natale: è la festa dei bambini e dei loro sogni, della loro innocenza, prima che essa venga travolta dagli affanni della vita e dalla consapevolezza del dolore.
È la festa del bambino che è ancora in noi, che osa sognare, che si lascia coinvolgere ed entusiasmare dalla famiglia radunata attorno al fuoco del caminetto o intorno al tavolo apparecchiato con la tovaglia delle feste e le candele colorate.
È bello anche se, una volta diventati adulti, le sofferenze della vita ci amareggiano e ci rendono più duri e disillusi, disincantati e, Dio non voglia, cinici. Ma, nonostante il fermo proposito di non lasciarci coinvolgere dal clima natalizio, può succedere che la nostra scorza si incrini appena un’immagine, un odore, un suono ci raggiungono e ci sprofondano nell’infanzia vissuta.
O desiderata.
Come se una chiave aprisse una porta spalancata su un mondo meraviglioso di felicità intensa e inattesa. Perciò è così bello il Natale.
Ogni Natale. Nonostante tutto.

Presepe sul Corso di Reggio Calabria, davanti al teatro Cilea


È terribile il Natale.
Orrendo e straziante.
Perché il clima di famiglia e di armonia, di forti emozioni e di sentimenti positivi che richiama, per molte persone, è insopportabile.
Insostenibile.
Una tragica illusione, una chimera.
Un autentico strazio.
Sanguinante.
Per quanti passano il Natale da soli in casa, senza festeggiare, o invitati all’ultimo momento da un lontano parente, per quanti non ricevono regali. Per chi ha sperimentato il lutto o la sofferenza. Per chi ha accanto una persona che non ama più, per chi aveva accanto a sé una persona che amava e che ora se n’è andata.
È un abisso il Natale, con tutte le immagini patinate che ci giungono dalla televisione e che sembrano dire una cosa sola: oggi tutti sono felici e spensierati, tranne te.
E, allora, speri solo che passi, che arrivi l’Epifania.
(…)
Mi spaventa tanto dolore. Ogni anno più diffuso, ogni anno più evidente.
Il dolore che nasce dal sentirsi estromessi dalla festa del Natale.
Perdenti. Abbandonati. Soli.

E mi interrogo, come credente, come discepolo, come innamorato di Dio.»

Presepe nella parrocchia di Pellaro


In un pomeriggio tra Natale e Capodanno, lettura collettiva di La leggerezza di Dio. Pensieri sul Natale di Paolo Curtaz in una piccola chiesa di una piccola frazione del quartiere più a sud di Reggio Calabria. Lo sforzo di pensare se stessi, di capire chi si è e dove si vuole andare. Anche questa è una piccola luce di questo Natale.

Presepe all'esterno di una casa di Pellaro

Nessun commento:

Posta un commento