lunedì 10 agosto 2015

Il dibattito sul Sud letto dalla conca di Occhio







Stavolta, il rapporto Svimez ha fatto un quasi miracolo: dopo un bel numero di anni, sui giornali è possibile leggere anche riflessioni e interviste interessanti sul Mezzogiorno.

In attesa del masterplan governativo – a proposito: non sarebbe più opportuno che il presidente del Consiglio, non dico nei consessi internazionali, ma quando si riferisce a leggi e piani nostri, li indicasse con termini italiani, visto che abbiamo una bella lingua, di cui poter esser orgogliosi? – mi permetto di indicare alcune delle urgenze più urgenti (guardando soprattutto a questo lembo di Calabria dove le ultime propaggini del Tirreno si mescolano alle prime dello Jonio):

-          Salvare quello che ancora si può salvare del mare e delle coste
-          Riqualificare l’agricoltura
-          Accrescere i trasporti
-          Favorire l’industria della tecnologia avanzata
-          Migliorare la qualità della scuola.




In un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, il professor Trigilia dice che c’è un Sud delle eccellenze, ma che non è in grado, da solo, di trainare lo sviluppo dell’intero Sud. Mi sembra una considerazione interessante, che ben si lega alle considerazioni sulla negativa incidenza che, nelle condizioni del Sud, hanno la debolezza o la mancanza di senso di comunità, di senso dello Stato, di visione generale, nonché la pessima prova di sé della classe dirigente locale e l’adattamento di molte persone oneste (per ignoranza, debolezza sociale, stanchezza, sfiducia ecc. ecc.) allo status quo.



Non so se e quanto il dibattito sul Sud stia davvero coinvolgendo i miei compaesani, se l’argomento entra nelle loro chiacchierate familiari, per strada, a mare. Se fossero in tanti a parlare del Sud senza schematismi ideologici, senza commiserazioni e rivendicazioni, sarebbe una buona cosa.

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