domenica 10 marzo 2024

Con l'Ucraina. Oggi più di ieri

 

Non in mio nome.

Non scriverò le pesanti parole che mi premono nelle viscere, ma l’intervento di ieri del papa è, per me, inaccettabile.

Non è l’aggredito che deve trovare il coraggio della resa, è l’aggressore che deve trovare la decenza di ritirarsi.

È sull’aggressore che bisogna fare pressioni, non sull’aggredito.

Oggi le forze del Male, che sono tante, trovano in Putin una punta di diamante.

La resa dell’Ucraina, invece che portare alla pace, potrebbe aprire un’autostrada ad una prossima guerra mondiale. Perché dopo il silenzio su Georgia e  Crimea, se a Putin venisse consegnata su un piatto d’argento l’Ucraina, Putin stesso potrebbe, con più ardore, continuare secondo le sue buone abitudini e non metterci molto ad attaccare un paese Nato: con le conseguenze del caso: a quel punto inevitabili.

Mi risuonano in testa le parole di Churchill dopo Monaco: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra: hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.  Valgono come monito anche oggi.

1 commento: