domenica 8 ottobre 2023

Leggendo Jon Fosse

 


...l'unica cosa che rende sopportabile il Natale, oltre ad andare a messa il giorno di Natale nella chiesa di San Paolo a Bjørgvin e dipingere, ovviamente, è pensare a un giovane e una giovane che stanno insieme e si amano, sì, un po’ come un tempo Ales e io, solo che non abbiamo mai avuto figli, non è stato possibile, non devo pensare ad Ales, penso, mi fa troppo male, preferisco pensare che una giovane donna aspetta un bambino e anche se il figlio è di un altro, il giovane vuole stare con lei, i due sono soli al mondo e lui, il giovane, pensa di volerle così bene che, anche se non è il padre del bambino, vuole aiutarla, devono trovare un posto dove lei possa partorire, pensa il giovane e così vanno via insieme, i due giovani, per trovare un luogo adatto e qualcuno che li possa aiutare, ma mentre stanno camminando, nel corpo della donna cominciano gli spasmi e le contrazioni e quando arrivano a una fattoria, vanno a bussare alla porta, ma nessuno apre, forse in casa non c’è nessuno oppure non vogliono aprire proprio a loro, ma la casa è avvolta nel buio, probabilmente non c’è nessuno, così raggiungono la stalla, dove chiuse in un recinto ci sono alcune mucche e in un altro alcune pecore, e probabilmente è grazie al calore emesso dagli animali che all’interno non fa così freddo come fuori e la giovane partorisce un bambino e dice che un angelo le aveva detto che avrebbe messo al mondo un maschio, e sicuramente è così, dice e aggiunge che l’angelo le aveva detto di non avere paura perché Dio era con lei e il giovane vede che il piccolo irradia una specie di luce, una luce bellissima, poi la giovane tira fuori un seno e lo dà al bambino e il piccolo smette di piangere e succhia, succhia, pensa il giovane e tutto quanto ha dell’incredibile, perché dal bambino attaccato al seno della madre si leva una luce stranissima e poi lei alza lo sguardo verso il giovane e gli sorride e il giovane pensa che questo, questa luce, no, va oltre la sua comprensione, perché la luce che proviene dal bambino in tutta quell’oscurità, in quella stalla buia, no, è incomprensibile, pensa ed esce all’aperto perché, per quanto faccia freddo in quel periodo dell’anno, è madido di sudore e adesso è lambito dal vento, un vento refrigerante, e lascia che quell’aria fredda gli accarezzi il viso e alzando lo sguardo vede una stella brillare nitida, sì, in modo molto più forte e lucente di tutte le altre e splende proprio verso la stalla e la sua luce è identica a quella che rifulge dal bambino, pensa, e vede la stella mandare un raggio di luce dentro la stalla, un fascio di luce così evidente, e la luce che proviene dalla stella è identica a quella del bambino, no, non è in grado di capire, pensa il giovane mentre osserva il raggio di luce, segue con gli occhi quel fascio di luce così nitido e forte che, partendo dalla stella, solca il cielo e penetra dritta nella stalla, no, non è in grado di capire…


Fino alla proclamazione del Nobel per la Letteratura 2023, non solo non avevo mai letto nulla di Jon Fosse, ma neppure sapevo che esistesse. Ho provato a rimediare iniziando a leggere il primo libro suo che ho trovato, L’altro nome, volumi 1 e 2 della Settologia.  E mi sono trovata, come avevo letto in qualche articolo, una prosa senza punti – qualche virgola sì, ma punti niente e, soprattutto, una scrittura che sa, e fa entrare in una dimensione, di silenzio. Ma la scoperta vera è stata scoprire uno scrittore cattolico: uno che, al cattolicesimo c’è arrivato non per tradizione culturale, ma per conversione: una rarità, in Europa, oggi.

Nessun commento:

Posta un commento