martedì 18 ottobre 2022

Microstorie: Gallina in fuga

 


Donna Catuzza scese dalle galline che il sole stava declinando all’orizzonte. L’ottobre più che tiepido permetteva di lasciarle razzolare a lungo nella parte esterna del pollaio prima di chiuderle per la notte, quattro da un lato e cinque dall’altro, nei due ripari con le cassette riempite di paglia, in due delle quali le galline deponevano le uova. Donna Catuzza aveva superato i novant’anni e viveva al primo piano di una casa grande. Le galline erano le sue amiche più fidate.

Entrando nel pollaio, donna Catuzza accostò la porticina, senza chiuderla. Le galline le si fecero intorno, senza schiamazzi: sapevano bene che, quella, non era ora di cibo. Fece qualche passo per tirarsele dietro. Obbedirono tutte, meno una che, uscita dalla porticina, non si limitò a girovagare in cortile, ma iniziò a salire le scale. Donna Catuzza provò a rincorrerla, rimanendo sempre indietro di due gradini.

La gallina entrò nell’appartamento, saltò sul divanetto all’ingresso, entrò nella prima stanza, svolazzò su una sedia e si nascose sotto un tavolo. Dietro di lei, donna Catuzza aveva il sopraffiato. Quando disperò di poterla mai afferrare, la gallina riprese la via del corridoio, scese le scale, attraversò il cortile – con l’aria solenne di un capo di stato in visita ufficiale – e rientrò nel pollaio. Donna Catuzza chiuse la porticina, si assicurò più volte che la doppia mandata era andata a buon fine e andò a prepararsi una pastina. Per riprendere fiato la ricoprì di prosciutto sminuzzato e tripla dose di parmigiano.

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