domenica 20 marzo 2022

Ucraina: perché non è una guerra uguale alle altre

 

 

Kiev - Kyiv in lingua ucraina - prima della guerra. Immagine dal web

Dicono alcuni per sbeffeggiare chi mostra molto dolore per la guerra che sta distruggendo l’Ucraina: “Eh, ma ci sono state tante guerre, e pure ora…” e giù d’elenco.

Lo so che ci sono state e ci sono tante guerre. Ho studiato storia. E, poi, basta guardarsi intorno. Ma, neppure le guerre sono tutte uguali.

Questa guerra non è uguale ad altre guerre. 

E non perché è vicina: come se la tragedia dell’ex Jugoslavia si fosse svolta chissà dove. E neppure perché è la prima guerra che si svolge costantemente in diretta sulle nostre tv, per cui scivoliamo dalle immagini dell’orrore che ci piace definire inumano e che, invece, è tremendamente umano, alla tranquillità della cena domestica, per quanto parca e a temperatura tiepida per risparmiare sull’energia.

Ma per tre motivi specifici.

Il primo, penso, è largamente condiviso: mai una guerra ci è sembrata poterci travolgere, facendoci trovare non solo emozionalmente, ma fisicamente in mezzo, con la paura che, alla fine, l’incubo dell’atomica, che sembrava ormai relegato negli orrori del Novecento, potrebbe davvero realizzarsi.

Gli altri due contano, parlo per me, ancora di più.

Due. L’Ucraina sta reagendo all’aggressione russa con una Resistenza ammirevole, simile a quella da cui sono nati la nostra Repubblica e la nostra Costituzione: tre parole che continuano a farmi battere il cuore. Qualunque contenzioso storico, geopolitico, o di qualsivoglia natura ci fosse tra i due stati, nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, una sola scelta è diventata possibile: stare a fianco dell’Ucraina. Il fatto che Zelensky e il suo popolo non si siano arresi all’aggressore e combattano al di là di quanto in molti avessero mai potuto prevedere è la speranza che Davide batta Golia, che nessun paese, in futuro, pensi di poter risolvere con la forza le eventuali controversie col suo vicino, e la certezza che la democrazia, per quanto imperfetta, è decisamente migliore di autoritarismo e dittature.

Tre. Se si esclude Jane Austen, gli autori che ho più riletto nella mia vita sono Tolstoj, Dostoevskij, Gogol e Cechov. Di nessun paese ho letto e riletto tanti autori quante ne ho letti e riletti di russi, e più di uno nato in Ucraina. La Russia la amo più di altri paesi e vederla così ridotta è una pena al cuore: ci vorranno secoli per far dimenticare i crimini di cui il suo presidente la fa facendo macchiare in Ucraina.

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