Posseggo due contatti
social.
Nel vecchio mi conoscono
come Gianni. Nell’attuale come Giovanni.
Quello vecchio l’ho disattivato
con tante incertezze, il giorno in cui sono uscito nel novembre del 2016.
Era pieno di ricordi, c’era
la mia storia, i miei amici, la mia vita.
Dopo qualche tempo decisi
di riscrivermi con un altro account con la premessa che avrebbe dovuto essere del
tutto diverso dal precedente, ebbene mi ritrovai senza amici senza cose da
condividere o da fare con qualcuno, di solitudine si può soffrire tanto.
Ma solo oggi ho capito, che
non avevo deciso di cambiare solo un semplice account avevo deciso di cambiare
la mia vita.
Ogni tanto faccio un
salto in quello precedente, in quello di Gianni, non so come definire quello
che provo nel momento in cui accedo al passato, forse è nostalgia, forse
curiosità o forse è solo voglia di ricordare e rammentare quello che ero.
A volte mi sembra così
strano che io possa aver detto o fatto qualcosa, che alla fine finisco sempre
per non crederci del tutto, ma forse è solo la mia mente che usa come
meccanismo di difesa il dissociare il vecchio me dal presente.
Fatto sta che io ho
vissuto due vite, sono due persone, ma oggi sono felice di chiamarmi Giovanni.
Pubblico,
con il suo consenso, questa bellissima testimonianza di Giovanni. Leggendo, si
possono accavallare tanti riferimenti, cominciando dal divertente “L’importanza
di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. Ma, quello che conta, è la semplice,
enorme verità che contiene: niente è più bello che riuscire, nella vita, a
chiamarsi col proprio nome: quello vero.
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