lunedì 29 febbraio 2016

Spotlight, un gran bel film








Dei film candidati all’Oscar quest’anno, ho visto solo Il caso Spotlight. Non posso valutare, quindi, se sia migliore degli altri sette, ma sono molto contenta che abbia vinto.
                                              
Perché mostra – con solida sceneggiatura e buona recitazione – un modo di fare giornalismo affascinante: un’indagine seria, certosina, attenta non a sparare titoli e a creare rumore, ma a capire e, nel caso, ad agire per modificare la realtà. Indagine svolta, con monacale dedizione, da persone che non si ritengono le personificazioni del Bene contro i malvagi, ma sanno di avere anche loro delle responsabilità. Non degli esaltati, insomma (anche a fin di bene), ma dei costruttori, umili e pazienti, di verità.

Il tema, peraltro, si sarebbe potuto prestato a scivoloni pruriginosi, a proclami anticlericali, ad un atteggiamento  globalmente anticattolico, ecc.ecc., tutti pericoli che il film neppure sfiora.

Un ottimo film e una buona occasione, per la Chiesa, di guardare dentro se stessa, consapevole che nessuna critica esterna potrebbe mai lontanamente avvicinarsi al “Guai a chi scandalizza uno di questi piccoli che credono in me…” (A questo proposito, non sarebbe male ricordare che chi ha davvero iniziato un'opera di pulizia contro la "sporcizia nella Chiesa" è stato Joseph Ratzinger/Papa Benedetto XVI).

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