martedì 7 luglio 2015

La lettura rinfresca la mente (e il corpo)






Pomeriggio, afoso, di luglio. Napoli non è tra le città da bollino rosso, ma, per strada, l’aria è di soffocante umidità. All’interno della Feltrinelli, l’aria condizionata accoglie come un affettuoso benvenuto. 

Al piano terra, in un angolo, seduta non so su quale sgabellino, una signora di una certa età, magra, i capelli trattenuti da una fascia da bambina – anche le scarpe sono da bambina, con il bottoncino che chiude una striscia sottile intorno alla caviglia – è immersa nella lettura. 

Scendo di un piano, mi ci fermo per più di ora. Quando risalgo, la signora è sempre al suo posto, nella stessa posizione, solo la testa un po’ più piegata dentro un libro.

Non è certo il suo caso, ma mi viene da immaginare la storia di una vecchietta dei Quartieri che, spossata dal caldo, cerca un sistema, gratis, per passare qualche ora al fresco. E lì, non avendo niente alto da fare, comincia a leggere un libro – magari il suo primo libro – e poi continua ad andarci, ogni pomeriggio. Non più, o non tanto, per il bisogno fisico di respirare ma quello, della mente, del cuore, di trovare storie che le riempiano i vuoti che la vita le ha lasciato (perché la lettura può essere anche, talvolta, un modo per rivestire le proprie nudità).

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