martedì 4 luglio 2023

Microstoire: I cavoli di Tonia

 


Uno

Quant’è brutta.

Tonia sposta il pensiero un po’ più a lato come se non l’avesse pensato, ma lo pensa.

Scesa dal pullman, la signora cammina verso di lei un po’ sguaiata, le spalle larghe e il seno enorme, facendo sbattere i capelli, troppo neri, sul viso e sul bavero di una giacca piuttosto lunga.

Tutti gli uomini si fermavano a guardarmi – dice, ammiccando, prima ancora di salutare.

Ma Tonia ha ben visto che, delle pochissime macchine che erano passate in quei minuti, nessuna, nonostante gli sforzi della signora di attirare l’attenzione, aveva rallentato. Da vicino, le appare ancora più brutta. I lineamenti marcati, grossolani, quei capelli esageratamente neri e quel modo da falsa bambina di rivolgersi a lei.

Le avevano assicurato che era brava, che era stata a servizio per anni, che era una a modo. Meglio: le avevano detto che, alcune delle connazionali, dicevano così. Non aveva trovato nessun’altra soluzione per la nonna, perciò accetta le sue richieste-condizioni facendosi bastare assicurazioni che sente vuote di realtà. Non dice questo alla nonna. Le dice che si tratta di una donna forse non particolarmente dotata, ma di buona volontà, una donna proveniente da un paese povero e lontano, che avrebbe fatto del suo meglio e che lei, la nonna, avrebbe aiutato insegnandole tante cose.

Non dura molto. Qualche giorno di tono snervato finché due settimane dopo la nonna prorompe in un urlo di gioia:

L’ho cacciata. Sono libera.

Prima ancora di pensare: E, adesso, come fa la nonna a stare da sola? Tonia sente quel portone che si richiude come (anche) una sua personale liberazione.

Due

Giovane. Bionda. Massiccia. Spalle e braccia da sollevatrice di pesi. La pelle chiara e i lineamenti gradevoli. La voce, roca. A Tonia l’hanno suggerita come una davanti cui disporre un tappeto rosso: bravissima, una fata. Quando si incontrano, la signora neppure dice: Buongiorno, né il suo nome – Tonia glielo chiede più volte prima di ottenerlo – fa un elenco, lungo, di richieste. Il tono è: Prendere o lasciare, sei tu ad avere bisogno di me, non io di te. Le sue condizioni sono pesanti; di soldi ne vuole tanti e anche di ore libere. Troppi soldi e, soprattutto, troppe ore libere. Tonia si sente in trappola. Comunque, la signora ha ragione: lei ha bisogno della signora più di quanto la signora abbia bisogno di lei. Accetta ogni suo ordine. Appena dice Ok ad uno, la signora rilancia con un altro. Ma, se va bene alla nonna, andrà bene a lei. Anche se, a lei, non è che vada tanto bene questo tanto pretendere senza neppure accennare: Ma io, in cambio… Sai cucinare? Solo le cose del mio paese. Sai fare la spesa? Sì, ma l’occhio, furbo, vaga a sinistra. Sai fare le pulizie? Alza le spalle, sembra schifata della casa che non è proprio da buttare.

Ancora una volta Tonia pensa di non avere scelta.

Puoi iniziare domani.

No, voglio prendermi un po’ di vacanza. Tra un po’ di giorni ti dico se verrò da te lunedì, non quello che viene, l’altro.

Ma chi la vuole? – dice la nonna – E la storia finisce prima di iniziare.

Tre

Stavolta andrà bene, Tonia ne è certa. La signora vive in paese da anni, è straniera solo di passaporto, è una del luogo ormai. Non è giovane, ma pensa di lavorare ancora due o tre anni. È stata la badante della madre del medico della nonna. Il medico la consiglia. Tonia promette alla signora più soldi di quanto ha chiesto se rimane con la nonna almeno sei mesi. Deve consegnare una ricerca, ha bisogno di tranquillità.

Bastano pochi giorni perché la nonna, di difetti gliene trovi: Si sente una superdonna, sa tutto lei. E, poi, consuma troppo: sempre con la lavatrice accesa per due panni che si potrebbero lavare a mano; se sbuccia una mela metà finisce nella spazzatura. Però cucina bene. Tutto sa fare. Anche la pasta in bianco, come la fa lei nessuno.

Le racconta, la nonna, di primi piatti e di dolci, di contorni e di secondi, si potrebbe scrivere un libro di ricette. Pranzo e cena, per quanto semplici, sono ogni giorno una goduria. Nonna ha sempre cucinato benissimo ed è una buongustaia. La signora la sta prendendo per la gola. Tonia si rilassa, per qualche tempo, anche se poco, è salva. La salvezza dura tre settimane. Una mattina all’alba la signora la chiama.

È successo qualcosa?

No, no.

Problemi con la nonna?

Ma no. Volevo solo dirti.

Tra due settimane – sono stata brava a dirtelo in anticipo no? – andrà a fare una crociera. Di questo periodo costano meno. Lei non ci pensava, ma una sua amica l’ha convinta.

Non ho fatto mai una vacanza, è un’occasione che non posso perdere. Ma torno, stai tranquilla.

Tonia non risponde.

 

 

No, tu non torni.

Ma, ora, sono di nuovo cavoli miei.

Nessun commento:

Posta un commento